Se mi amate… il Padre vi ricolma del suo Spirito

Se mi amate, dice Gesù, allora vi fidate di me; se mi amate, l’accogliere i miei comandamenti sarà per voi un’esigenza del cuore. Se mi amate, significa che avete sperimentato che le mie parole sono Spirito e Vita. Se mi amate è segno che lo Spirito sta agendo in voi, sì, perché non si può amare se non nello Spirito Santo che è la Persona-Amore, la Persona-Dono; ricordate come cantava il salmista? «Corro sulla via dei tuoi comandi, perché hai allargato il mio cuore» (Sal 119,32).

Se mi amate il Padre mio metterà in voi lo Spirito Paraclito per riuscire ad amare pienamente e a fare della vostra vita uno splendido e continuo rendimento di grazie: cosa c’è di più auspicabile? Riuscire finalmente a seguire i desideri del nostro cuore che, reso immacolato dall’azione dello Spirito di Verità effuso in noi, desidera all’unisono col Cuore del Figlio e del Padre. Ora infatti, nell’unità dello Spirito Santo, possiamo amare e lodare il Padre: per Cristo, con Cristo e in Cristo.

Primo effetto della vita nuova nello Spirito è adorare il Signore nei nostri cuori (1Pt 3,15) smettendo di adorare stoltamente se stessi. Ciò che la “Leggenda dei tre compagni” riporta della conversione di san Francesco illustra e descrive efficacemente quello che avviene per ogni figlia e figlio della Chiesa: «E da quell’ora smise di adorare se stesso, e persero via via di fascino le cose che prima amava». Sebbene però «il mutamento non era totale, perché il suo cuore restava ancora attaccato alle suggestioni mondane» tuttavia «svincolandosi man mano dalla superficialità, si appassionava a custodire Cristo nell’intimo del cuore».

Custodire Cristo nell’intimo del proprio cuore è vivere mossi e sostenuti dalla grande speranza, è costruire la propria vita sulla roccia: niente può farla crollare. Anche ai piedi della croce più assurda e straziante, come Maria e insieme a lei, si può “stare” (stabat Mater), con lo sguardo fisso su Gesù che si dona al Padre per l’umanità, senza fuggire né rimanere annientati dal dolore. «La speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato». E la risposta del Padre al Figlio che si lascia trafiggere fidandosi del suo disegno non tarda ad arrivare: il terzo giorno lo risuscita dai morti nella potenza dello Spirito Santo.

Così si può vivere nella libertà dei figli di Dio divenendo strumenti di liberazione per gli altri; liberi anche di accogliere il rifiuto, di non forzare i tempi né di dilazionarli per paura o disimpegno individualista. Liberi nello Spirito Santo di permanere ancorati a Gesù testimoniando con dolcezza e rispetto che non c’è alcuna possibilità di vita piena all’infuori di lui.